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Racconti
17-09-2007 AUTORE: stefy
Come è difficile crescere, come è difficile affrontare la vita di ogni giorno. Questi erano i pensieri che più spesso balenavano nella mente di Selenia. Aveva appena 18 anni ma la paura della vita l'aveva presa già da un pò. Aveve vissuto in una famiglia scombinata in cui, i suoi genitori, non facevano altro che litigare. Quando sentiva urlare si nascondeva sotto il lettino della sua cameretta e tappava le orecchie con le mani e ripeteva:" Basta, basta, basta". Questo succedeva un giorno si ed uno no tanto che, quando il papà era al lavoro, per lei erano gli unici momenti in cui riusciva a santirsi serena. Con il passare degli anni aveva un pò fatto l'abitudine a quelle storie ma in lei aumentava la paura della sua vita, la paura di trovarsi in futuro in una situazione simile a quella che viveva sua mamma. Cominciò così a chiudere la sua anima agli altri, si creò un mondo tutto suo che rendeva inavvicinabile a chi non conosceva bene. Arrivò così il suo diciottesimo compleanno e, a differenza delle sue amichette che desideravano festeggiare con gli amici e con la speranza che il ragazzo che a loro piaceva le facesse la corte, lei decise di trascorrere il giorno del suo compleanno nella sua cameretta a scrivere i suoi pensieri, a rileggerli ed a batterli a macchina. In quei versi espresse tutta la sua frustrazione, tutta la sua paura, tutto il suo timore e la rabbia che portava nel suo cuore. Fu una grande liberazione per lei, si sentì svuotata, si sentì il cuore libero da quell'odio che rimuginava in se ogni giorno. Era sera ormai e, quando la sua mamma la chiamò per la cena, lei si presentò al tavolo con le sue dieci pagine di pensieri. Le posò sul tavolo al posto del papà e gli disse: "Ora leggi e sappi che il più grande regalo di compleanno che potevo farmi era quello di liberarmi l'anima da tutto il male che tu mi hai fatto. Ci sono riuscita solo adesso dopo diciotto anni della mia vita ma, l'importante è che abbia capito quale fosse l'origine del mio male. Ora so che sei tu papà per cui ho deciso, ora che posso, di continuare la mia vita lontano da te. Devo riuscire a riprendermi la vita che tu mi hai tolto facendomi vivere nella paura e nell'angoscia. Se ti mancherò rileggiti queste pagine che ti lascio così potrai, forse, capire quanto male mi hai fatto e che, dietro quella bimba che tu avevi sempre davanti ma che non vedevi c'era un anima a pezzi che ti odiava. Ora ti saluto papà, ti lascio il mio dolore. Oggi si che devo veramente festeggiare perchè è da qui che ricomincia la vita".
Salutò la mamma stringendola forte e dicendole che le dispiaceva tanto lasciarla ma che l'unico modo per non fare la sua stessa fine era quello di andare via. Aprì così la porta di casa e si incamminò. Per dove? Ma, non si sa. Sicuramente lontano, lontano da quelle mura che l'avevano tenuta chiusa in un mondo di terrore. Ovunque sarebbe stato molto meglio, ovunque c'era la sua vita.
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