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Racconti
20-11-2007 AUTORE: RussiAnnarita

Un Gufo saggio
Un Gufo saggio
Viveva un tempo nel Giardino di non so dove un vecchio e saggio gufo. La sua casa era l'incavo del tronco di una grande maestosa quercia e se ne stava tutto il giorno seduto sul ramo più alto a leggere e studiare all'apparenza incurante di ciò che gli girava intorno.
Gran Gufo era quello! Rispettato da tutti e molti, prima o poi nella vita, arrivavano a chiedergli un consiglio.
Lui, col suo fare un poco altezzoso, rispondeva con calma senza mai alzare lo sguardo. Sempre intento com'era a leggere per i fatti suoi, sembrava non vedere né il mutare delle stagioni, né le meraviglie che lo circondavano.
Era davvero un gran bel giardino quello, i colori si mescolavano tra loro come sulla tavolozza di un pittore, e non c'era
fiore esistente al mondo che lì non crescesse più bello e profumato che mai.
Un giorno, uno di quei giorni di fine inverno, quando il sole incomincia a scaldare con i suoi raggi, le gemme sugli alberi
fanno capolino, verdi e lucenti come smeraldi e i primi fiori dai colori smaglianti spuntano incuriositi ed assonnati tra i
fili d'erba ormai pronti per accogliere Primavera, passò proprio sotto la quercia del gufo Signora Maturità.
Dovete sapere che la Signora era anche lei molto rispettata, aveva una certa esperienza ed il suo incedere lento e dignitoso la faceva apparire ancora più importante.
Si fermò sotto la quercia per riposare, si lasciò cadere sulla radice più grossa che avvolgeva come un comodo cuscino e,
convinta d'essere sola tra alberi e fiori, incominciò a lamentarsi...
"Ahi! le mie ossa incominciano a scricchiolare, non sono più agile come un tempo, i malanni fanno presto ad arrivare quando si arriva ad una certa età!!!!!"
Fungo Porcino e Fungo Chiodino, che avevano preso abitazione proprio ai piedi della grande quercia chiusero la porta di casa per non sentir più quella voce lamentosa e sperarono che Gufo mettesse a posto la situazione.
Gufo, che era sì un gufo compassato, ma sino ad un certo punto, stanco di sentire i continui lamenti e consapevole che gli abitanti della quercia incominciavano ad innervosirsi, tirò un colpo di tosse ma così secco ma così secco che Signora
Maturità diede uno di quegli scrolloni che persino le prime gemme rientrarono di colpo pensando ci fosse il terremoto.
"Ehi...laggiù..."disse"...cos'è tutto questo lamentarsi..."
"Salve buon Gufo, non avevo notato la tua presenza" disse la Signora
"Io sì..." rispose il gufo "...i tuoi lai arrivano sin quassù e disturbano la mia quiete..."
"Ah! sapessi Gufo che vuol dire perder la gioventù...tutti i malanni che arrivano, quei fastidiosi doloretti che ti
tormentano tutto il santo giorno, non è più come un tempo quando si correva per i campi pensando solo a divertirsi".
"E allora?...pensi che lamentandoti in continuazione i tuoi doloretti passino????".
"Ahem...no certo....ma sai com'è, esce così spontaneo...".
"Ti dirò una cosa...esiste un fiore in questo giardino, il più bello tra tutti i fiori. E' il fiore della Speranza e cresce ancor più rigoglioso ogni qual volta viene colto.
Lo colgono i bambini quando sperano di crescere in fretta per sembrare più adulti, lo colgono i giovani, quando cercano ciò che non riescono a trovare, lo colgono i vecchi, quando si accorgono d'essere al loro declino e lui, inebria a tal punto col suo profumo che riesce a sollevare i cuori verso il cielo dei desideri.
Ma non basta, un fiore è pure sempre un fiore ed il cuore ha bisogno di un tenero mazzolino e così, poco più in là cresce la
pianta del Buonumore, ha radici profonde e sui suoi rami spuntano ad ogni stagione grappoli di candidi fiori profumati; chi li coglie riceve il sorriso ed è un sorriso sereno come un cielo d'estate; oltre il prato della vita poi cresce un fiore
assai raro, è il fiore d'Amicizia. Non tutti riescono a trovarlo perché bisogna avere buona vista, cuore grande e braccia tese per accoglierlo ma, coloro i quali riescono a raccoglierlo, ne saranno inebriati a tal punto da sentirsi sollevati di peso e portati con leggerezza nel mondo dei sogni.
Ecco cara Amica questo è il mazzo di fiori per tutte le età, persino Signora Vecchiaia spesso in compagnia di Solitudine,
quando raccoglie i fiori si trasforma e pur mantenendo il suo passo lento e cadenzato, le rughe profonde della vita e tutti i
suoi malanni, regala sorrisi e saggezza a quanti incontra.
Non serve amica cara sedersi ed aspettare, serve cercare, guardare, scoprire dove i fiori della vita spuntano e, una volta trovati
coglierli e coglierne ancora per poterli donare a chi ha lo vista debole.".
Poi, volò lungo tutto il giardino, raccolse i fiori di Speranza, Allegria ed Amicizia, ne fece tanti mazzi e li donò alla
Signora Maturità dicendole...
"Ecco, uno è per te...gli altri donali a chi incontri ed ogni volta che ne porgerai uno, salirà in cielo un arcobaleno
di serenità che saprà ricolmare il tuo cuore ed i tuoi pensieri", poi tornò a sedersi sul suo tronco e con il suo
libro in mano riprese a leggere la Vita.


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