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Racconti
20-11-2007 AUTORE: RussiAnnarita
Quasar il gufo
Il gufo Quasar, ma allora non si chiamava ancora così, era nato in un bosco, nel cavo di un albero. Era un gufo come tanti altri anche se invece dei due soliti grandi occhi arancioni ne aveva uno arancione e uno verde. Ogni notte Papà gufo andava a caccia e Quasar e i suoi fratelli ne aspettavano impazienti e affamati il ritorno.
Quando furono un po' più grandi impararono a volare, e Papa` gufo ogni tanto li portava con sè nelle cacce notturne e insegnava loro i trucchi per procurarsi il cibo.
Quasar imparava velocemente, ma col passare dei giorni si interessava più a ciò che vedeva e incontrava nei voli notturni che alle prede. Cominciò a fare domande: "Perchè le vipere non hanno le zampe?", "Perché noi gufi cacciamo solo di notte?", "Perché le stelle non ci sono di giorno?". Papà gufo scuoteva la testa e di solito non rispondeva. Anzi lo rimproverava perché disturbava la caccia.
Dopo un pò Quasar cominciò a uscire sempre più spesso da solo sia di notte che di giorno. Gli altri gufi lo consideravano un po' strambo, forse anche per quel suo occhio verde. Dicevano che con quell'occhio vedeva le cose diversamente dagli altri e per questo faceva tante domande bizzarre. Naturalmente non era vero, ma loro ne erano convinti. Una volta al Telegiornale sentirono la parola "quasar". Indicava qualcosa che gli scienziati avevano scoperto ma che non sapevano spiegare tanto bene, e glielo misero come soprannome. Quasar voleva un gran bene a quegli amici poco curiosi e un pò ignoranti, che gli regalavano qualcosa da mangiare quando, invece di cacciare, aveva passato tutta la notte a guardare le stelle o a studiare le lucciole. In cambio li intratteneva per ore incantandoli con il racconto delle sue teorie e dei suoi viaggi. E poi Quasar era molto meglio di "Verdocchio", come lo avevano chiamato fino ad allora.
Quando non è in viaggio di studio, Quasar vive in un bosco non lontano da qui. Per mangiare si accontenta di quel poco che riesce a rimediare senza perdere troppo tempo. Continua a fare tante domande, a studiare, a fare esperimenti e a viaggiare per trovare le risposte. Ogni tanto passa di qua. Ci racconta qualcosa dei suoi viaggi e delle risposte che ha trovato. L'ultima volta era appena tornato dalla Patagonia dove era stato a studiare le ossa dei più grandi dinosauri mai scoperti fino a oggi.
Naturalmente non si limita solo a raccontarci quello che ha già scoperto o pensato, ma ci travolge con tante nuove domande a cui non sempre sappiamo rispondere.
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